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It / La dizione realistica è irrealistica

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"Tutti parlano in brutta copia."

I dialoghi nella fiction sono fittizi: troppo belli per essere veri.

La gente che risiede in via Fittizia non parla come noi. Nella Vita Reale, abbiamo spesso a che fare con:

  • Ripetizioni.
  • Ba-ba-balbettamenti, straaaaaasciiiichi, o impabrblnote .
  • Frasi con errori da sorreggere, ehm, da correggere.
  • Come si chiama, uhm... tappabuchi, avete presente? Roba per prendere tempo quando si pensa.
  • Frasi con su erori di grammatica.
  • Stupidi idioti che pensano di essere maledettamente arrabbiati, stupidi @#$%razzafrazza*mumblegrumble*...
  • Prendere e partire per tangenti che non sono rilevanti per la trama. Tipo per parlare di ornitorinchi. O di falafel. (Tra l'altro sono cose che si sentono spesso nella fiction grazie alla Regola Del Divertente, ma nella Vita Reale è abbastanza difficile che chi ascolta si lasci trascinare nella tangente).
  • Frasi piene di colloquialismi e battute che nessuno fuori dalla cricca dei personaggi potrebbe mai capire. Giusto, Pomponio?
  • Persone che stanno parlando e vengono interr-
  • Silenzi imbarazzanti e spazi in cui le persone...note .
  • E, tipo, fare cioè, tipo tutto l'incorreggibile con i "tipo" e i “cioè”. Cioè...
  • Ripetizioni.
  • Tic Verbali, desu.
  • Starnuti, colpi di tosse e *cough* *cough*, ahem, e cose del genere.
  • Frasi buttate lì, insomma...
  • Pause o, sai, robe a mo di interiezioni - no? - per fare in modo che si capisca tutto. Capito?
  • Errori del tutto non intenzionali, che si spera nessuno facente parte della costipazione abbia l'acutezza di notare.
  • Difficoltà a decigliere tra due parole col risultato che si finisce col mischiolarle.
  • Oh, e frammenti di frase. Ovviamente.
  • Errori di pronunncia e neologismi (per indicare una lessicarenza).
  • Stranieri che usano modelli di parlata tipici della loro lingua d'origine semplicemente perché non sono cresciuti parlando l'italiano. Si parla di cose un tantino più sottili della Parlata Alla Poirot.
  • Sintassi disgiunta e riprese di quanto appena detto. Per esempio, fare Lunghe Liste di cose, deragliare, iniziare a parlare di altro, e poi mettere un altro paio di cose nella lista, come in "Ci servono uova, pane, latte....cose basilari, di tutti i giorni, capito? Salame, formaggio, quel genere di roba."
  • Frasi eccessivamente lunghe dove chi parla va avanti senza pensare e non si ferma mai per fare il punto della situazione e nemmeno per iniziare la frase successiva così finisce che vanno avanti a forza di “e” e “ma” e “così” e così vien fuori che quello che doveva essere un intero paragrafo finisce per essere solo una lunga frase pesantissima e interminabile che è una cosa veramente fastidiosa per chi legge ma veramente. (E, a differenza della fiction, chi parla in questo modo potrebbe anche fare qualche pausa per prendere fiato ogni tanto, cosa che può strascicare la frase ancora di più.)
  • Ripetizioni.

Nella fiction, i personaggi se ne escono inevitabilmente con frasi ben fatte. Potrebbero avere pure un sapore poetico, magari pieno di similitudini shakespeariane e metafore luminose che la maggior parte delle persone vere non sarebbe abbastanza audace e preparata da elaborare sul momento, o in assoluto. Non inciampano mai sulle parole, né dicono nulla di sbagliato, se non per deliberato effetto comico. Anche i dialoghi “realistici” sono relativamente scevri di errori e di zavorra. Sembra quasi che siano stati scritti da un professionista. Cosa che, in effetti, è.

Questo tropo è un'Accettabile Rottura Dalla Realta; i dialoghi veri sono illeggibili. I giornalisti sanno che un'intervista può far sembrare stupido qualsiasi cosa, semplicemente ripetendosi parola per parolanote . Noi tutti ci godiamo i frutti della scrittura e della recitazione molto di più quando sono già ben lucidati. Parte della ragione di ciò è che si vuole rendere il parlato più come è compreso rather che com'è; gli esseri umani sono una razza prona a interpretare i discorsi, e come risultato quello che ci viene presentato è per l'appunto una interpretazione di un discorso parlato, piuttosto che una sua registrazione precisa. Il tropo ricade anche sotto la Legge Della Conservazione Del Dettaglio – perché nel tempo che serve a un personaggio per correggersi potrebbe starci altro di più importante e interessante.

Talvolta i personaggi vanno oltre la parlata da fiction, e se ne escono in un monologo eloquente e spontaneo, magari anche di una certa lunghezza, cosa che accade specialmente in momenti molto emotivi e importanti per la trama, come in Tenersi Al Pavimento. Questi monologhi succedono anche nella Vita Reale, ma sono rari. Nei circoli più colti (come nella classe media) erano ben più comuni prima del ventesimo secolo, quando la retorica era un simbolo della propria educazione che la gente amava ascoltare (e studiare, se ne erano in grado) anche solo per divertimento.

Alcune opere letterarie hanno un'impostazione che è del tutto incompatibile con la parlata naturale; per esempio, le Fiabe.

Eccezioni a questo tropo possono derivare da opere prodotte attraverso l'improvvisazione, o dal vivo o come parte del processo creativo. In altre occasioni, i versi e il parlare disarticolato possono essere usati deliberatamente per suggerire che un personaggio è disonesto o distratto. Le evasioni sono spesso esempi di Filigrana Narrativa.

Si veda anche: Buffy Speak, Mamet Speak, Akcento Fonetiko.


Esempi:

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Monologo Eloquente e Spontaneo (Divagazione Del Personaggio)

Show con una quantità realistica di 'um' ed 'eh'

    Animazione Occidentale 
  • I Griffin. Lo show fa uso di molte situazioni in cui i personaggi se ne escono in dialoghi molto realistici, talvolta sovrapponendosi fino al ridicolo. Alcuni spettatori trovano che si tratti di una Gag Eccessivamente Lunga, ma altri la amano al punto che diverrebbero violenti, semmai si dovesse smettere di farne uso.


Ripetizioni

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